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La consapevolezza, maturata negli anni, degli elementi di diversità di cui i minori stranieri e i minori rom sono portatori ha stimolato le strutture e gli operatori della Giustizia minorile ad un profondo ripensamento sulle proprie pratiche di intervento. Non soltanto è stata attivata una costante attività formativa, ma si è ripensato il lavoro di équipe, proprio in considerazione della complessità dei percorsi evolutivi di questi minori, dei traumi e delle lacerazioni delle loro vite, dell'assenza, spesso, di un nucleo familiare. La diversità culturale - inoltre - si pone come problema sia perché essa rischia di divenire un totem ingombrante, sia perché può configurarsi come un muro contro cui scontrarsi. Rimane, poi, molto da fare anche al di fuori del sistema penale: il reinserimento sociale di chi vi è transitato non è cosa facile, e la diversità culturale può rendere questo processo - forse - ancor più complesso. Eppure la meta del percorso di questi giovani in cammino non può che essere - dopo l'esperienza nel circuito penale - proprio quella società in cui il giovane, si spera cresciuto e più formato, possa finalmente trovare un posto adeguato.